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STORIA DI CARITAS ITALIANA UN CAMMINO ATTENTO AI SEGNI DEI TEMPI

Dal 1971 al 1999
La Caritas Italiana viene costituita il 2 luglio 1971 con decreto della Cei, dopo la cessazione nel 1968 della Poa (Pontificia opera di assistenza). Per questo nuovo organismo pastorale l'allora Papa Paolo VI indicava mete non assistenziali, ma pastorali e pedagogiche.

Gli anni Settanta, per la Chiesa italiana, sono quelli del primo piano pastorale "Evangelizzazione e sacramenti" e del primo Convegno ecclesiale su "Evangelizzazione e promozione umana" (Roma, 1976) nel quale, tra l'altro, viene lanciata ai giovani la proposta dell'obiezione e del servizio civile e alle ragazze quella dell'Anno di volontariato sociale (Avs). A partire dalla convenzione col ministero della Difesa stipulata dalla Caritas nel 1977, gli obiettori di coscienza rappresenteranno non solo una notevole presenza nei servizi promossi dalle Caritas diocesane, ma anche il segno di una presenza di pace che per molti giovani continua nella professione, nella famiglia, nella società e nella Chiesa.

Nel '75 si tiene a Napoli il Convegno nazionale "Volontariato e promozione umana": è l'avvio di una riflessione che porta ad una sempre più incisiva rilevanza del volontariato nella società italiana.

All'inizio degli anni Ottanta il documento della Cei "Chiesa italiana e prospettive del Paese" (1981) indica a tutta la Chiesa la strada del «ripartire dagli ultimi»; tanti servizi sorti, ma anche tutta una spiritualità che li sostiene, non sarebbero comprensibili al di fuori di quella impostazione evangelicamente coraggiosa. La Chiesa italiana si muove lungo le linee precise del piano "Comunione e comunità"; la pastorale assume con sempre maggiore chiarezza la realtà del territorio come luogo di responsabilità missionaria, di attenzione caritativa e sociale.

Il Convegno ecclesiale di Loreto lancia la proposta degli "Osservatori permanenti dei bisogni e delle povertà"; emergenze e problemi internazionali aprono sempre più la Chiesa e la Caritas alla dimensione planetaria maturando la convinzione di non poter separare la condivisione dalla giustizia, grazie in particolare al decisivo apporto della "Sollicitudo rei socialis".

Gli anni Ottanta si erano aperti con l'avvio dell'esperienza dell'Anno di volontariato sociale delle ragazze in alcune diocesi: assai più ridotto del servizio civile come numeri, ma segno eloquente di gratuità e di condivisione. Altro aspetto importante la costituzione della Consulta delle opere caritative e assistenziali (poi diventata Consulta ecclesiale degli organismi socio-assistenziali).

Gli anni Novanta sono, per la Chiesa italiana, quelli degli Orientamenti pastorali "Evangelizzazione e testimonianza della carità". Tra gli obiettivi indicati nel decennio dalla Cei c'è la costituzione della Caritas parrocchiale in ogni parrocchia. La Caritas Italiana, nel corso del '94, effettua un "anno sabatico"; la riduzione delle attività ordinarie consente un intenso lavoro di riflessione il cui frutto è la Carta pastorale "Lo riconobbero nello spezzare il pane".

Si moltiplicano le emergenze internazionali e i relativi impegni e presenze: ciclone in Bangladesh ('91), smembramento dell'ex-Jugoslavia e violenze in tutti i Balcani, Ruanda e intera regione africana dei Grandi Laghi. In Somalia, in uno degli interventi più significativi condotti all'estero da Caritas Italiana, alcuni armati uccidono Graziella Fumagalli, il medico che dirige il servizio antitubercolare, e feriscono il biologo Francesco Andreoli: è il 22 ottobre '95.

Varie le emergenze in Italia, tra cui l'alluvione in Piemonte nel novembre '94, il terremoto in Umbria e Marche (autunno '97) e l'alluvione in Campania (giugno '98).

Il nuovo millennio

Il percorso della Caritas Italiana e delle Caritas diocesane nell'anno del Giubileo è caratterizzato da cammini di carità. Quattro i grandi ambiti dell'impegno a livello nazionale e diocesano: il debito estero, la tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale, il carcere, la disoccupazione giovanile. Inoltre è da ricordare l'impegno diocesano e parrocchiale su: povertà di strada, devianza minorile, immigrazione, insediamenti di nomadi. E vi è da richiamare il tema della famiglia, e delle diverse forme di disagio nei contesti familiari. Il 2000 è anche l'anno internazionale del volontariato e la Caritas Italiana approfondisce il tema, lavorando sulla identità cristiana e valoriale del volontariato, sul "dono" e sulla gratuità.

Anche altri aspetti caratterizzano socialmente l'anno: il travagliato iter della legge per il riconoscimento del diritto d'asilo a chi fugge da regimi oppressivi e, più in generale, il fenomeno immigrazione. Di grande rilievo il dibattito sul futuro di obiezione di coscienza e servizio civile dopo l'abolizione della leva militare e, altrettanto importanti, l'approvazione definitiva della Legge quadro per l'istituzione su scala nazionale di un servizio integrato di interventi e servizi sociali, come pure della legge volta a sostenere l'associazionismo di promozione sociale.

A livello planetario, il 2000 è segnato da eventi significativi: le alluvioni in Venezuela, Mozambico e golfo del Bengala, la siccità nel Corno d'Africa, i violenti conflitti interni in Colombia, Angola, Sudan, Repubblica democratica del Congo, Indonesia e Palestina. Prospettive di ripresa si registrano invece in altre aree del pianeta: in America centrale e in Turchia, in Somalia, in Etiopia ed Eritrea, in Ruanda.

In tutte queste aree Caritas Italiana non fa mancare il suo apporto, cercando di tessere trame di prossimità e relazioni umane e sociali rinnovate.

Il Papa, a conclusione del Giubileo, traccia alcune prospettive per la Chiesa universale con la "Novo millennio ineunte", e la Chiesa italiana delinea gli Orientamenti pastorali per il nuovo decennio ("Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia").

Alla luce di queste linee la Caritas Italiana compie trenta anni di vita e l'interrogativo "Quale Caritas per i prossimi anni?" la guida in nuovi cammini di confronto e verifica per approfondire e orientare al meglio quanto finora avviato e sviluppato come capacità di osservazione, ascolto e discernimento.

Il 2001 si apre con gravi emergenze naturali e non: i terremoti in America centrale e in India, l'acuirsi della crisi in Terra Santa, gli scontri in Macedonia. Si chiude con i terribili attentati terroristici dell'11 settembre, gli attacchi in Afghanistan e l'incubo della guerra globale.

Nel 2002 continua l'impegno per i profughi dell'Afghanistan. Un impegno che, come è nello stile Caritas, vuole andare oltre l'emergenza. Ed è proprio la sfida di collegare emergenza e quotidianità a caratterizzare il 28° Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Il 2002 è anche l'anno della ricerca sui conflitti dimenticati e dell'avvio di una presenza fissa di Caritas Italiana a Gerusalemme. Ad ottobre, le emergenze in Sicilia, Molise e Puglia attivano la rete di solidarietà rilanciando l'esperienza dei gemellaggi. A dicembre, un Convegno ricorda i trenta anni di obiezione di coscienza e i venticinque di servizio civile in Caritas, e fa il punto sull'avvio del Servizio civile volontario.

2003. «Cercare Dio per ottenere la pace, ma anche costruire qui e adesso le condizioni di un ordine che escluda la guerra e garantisca lo sviluppo dell'umanità nella giustizia». Le parole del direttore, mons. Vittorio Nozza, ricordano lo sforzo della Caritas per la costruzione di una cultura di pace, in un anno segnato purtroppo dalla guerra e dalla lotta al terrorismo internazionale. Nel mese di marzo, la rete internazionale delle Caritas si mobilita per fronteggiare gli effetti della guerra in Iraq. E la riflessione su percorsi di giustizia e pace prosegue a giugno con il 29° Convegno nazionale. Titolo: "Scelte di giustizia, cammini di pace". Si prosegue con un altro Convegno di confronto, ricerca e approfondimento: "Pacem in terris: impegno permanente" (Bergamo, 22-23 ottobre). Alla fine di dicembre un violento terremoto colpisce l'Iran. Altra mobilitazione della rete internazionale delle Caritas per l'emergenza. La Caritas Italiana coordina gli interventi, cominciando subito a pensare alla riabilitazione e alla ricostruzione.

Pace, giustizia e cura del creato. Sono le linee che guidano cammini, scelte e prassi della Caritas Italiana anche per il 2004. Due i Convegni sul tema: "Responsabilità per l'ambiente. Gesti di amore per il cielo e per la terra" (Campobasso, 23-25 aprile) e "Riconciliazione e Giustizia" (Roma, 25-27 novembre). Ma l'anno pastorale 2004-2005 vede anche la Caritas condividere con l'intera Chiesa la riflessione sulla parrocchia, anticipata dal Convegno unitario Catechesi, Liturgia e Carità "La parrocchia vive la domenica", organizzato dalla Cei (Lecce 14-17 giugno 2004). Molte le attività di studio e ricerca. Il 26 dicembre uno tsunami sconvolge l'Oceano Indiano, provocando un disastro senza precedenti, con 190 mila vittime accertate. Caritas Italiana, in collegamento con la rete internazionale e le Chiese locali, è da subito accanto alla popolazione colpita.

La lista dei "guasti del creato" continua ad allungarsi nel 2005: guerre, attentati, terremoti, alluvioni, inondazioni e uragani. Il lavoro della Caritas di lettura e intervento nei contesti nazionale e internazionale, è orientato dal documento "Partire dai poveri per costruire comunità". Dopo il 30° Convegno nazionale delle Caritas diocesane (Fiuggi, 13-16 giugno), la verifica delle prassi pastorali si concentra sul tema "Parrocchia, territorio, Caritas parrocchiale". Una riflessione che chiede di moltiplicare gli sforzi per la promozione del metodo di lavoro ascoltare-osservare-discernere anche attraverso i Centri di Ascolto, gli Osservatori delle povertà e delle risorse, i Laboratori diocesani per le Caritas parrocchiali.

Il 2006 è caratterizzato dal cammino verso il Convegno ecclesiale nazionale di Verona (16-20 ottobre 2006). Con tre seminari, a febbraio, marzo e settembre, si cerca di agevolare la partecipazione attiva delle Caritas ai percorsi diocesani e regionali di preparazione. Di fronte poi alla ricchezza della prima enciclica di Benedetto XVI, a settembre il Consiglio Permanente della Cei indica, per Caritas Italiana e per le Caritas diocesane, cinque prospettive prioritarie: 1. avviare un tavolo permanente di riflessione e approfondimento socio-pastorale; 2. elaborare un "piano formativo globale Caritas"; 3. accompagnare e curare le Caritas diocesane; 4. rinnovare la progettazione socio-pastorale; 5. sostenere una corretta progettualità e presenza nella dimensione europea.

Filo conduttore, nel 2007, è il tema dell'animatore/animazione pastorale Caritas nel servizio ai Poveri, alla Chiesa e al Territorio/mondo. Attraverso tre Forum di approfondimento (novembre 2006, gennaio e aprile 2007) si cerca di collegarlo con: il messaggio proposto da Benedetto XVI nell'Enciclica "Deus Caritas est", la conclusione dell'itinerario di verifica "Quale Caritas per i prossimi anni?" e del trittico parrocchia-territorio, parrocchia-Caritas parrocchiale, parrocchia-animatore Caritas. Le riflessioni elaborate trovano sintesi e maturazione nel corso del 31° Convegno nazionale delle Caritas diocesane (Montecatini Terme - Pt, 25-28 giugno).

Tenendo presente anche la "Nota pastorale dopo Verona", nel 2008 si cerca di coniugare il conoscere, il curare e il tessere in rete le opere della Chiesa locale. Il valore educativo e di animazione dell'opera è al centro del 32° Convegno nazionale, dal titolo "Amiamoci coi fatti e nella verità (1Gv 3,18). I volti, le opere, il bene comune" (Assisi, 23-26 giugno 2008), in cui – alla luce delle cinque prospettive indicate dalla Cei – sono rilanciate altre due piste di lavoro per i prossimi anni: cura, accompagnamento e valorizzazione dei luoghi pastorali propri e delle opere delle Caritas diocesane; elaborazione e realizzazione di un piano formativo a partire dalle prassi in atto.

Nel 2009 la crisi economica e finanziaria produce forti ricadute sociali, sia nel Nord che nel Sud del mondo. Ripensare i modelli di sviluppo nell'ottica del bene comune diventa fondamentale. In Italia il terremoto in Abruzzo e i vari fondi anticrisi vedono la Caritas in prima fila, in un lavoro di coordinamento e collegamento, a servizio delle iniziative ecclesiali. Il 33° Convegno nazionale ("Non conformatevi a questo mondo - Rm 12,2. Per un discernimento comunitario" - Torino, 22-25 giugno 2009) conferma la priorità dell'accompagnamento formativo-educativo, con due importanti bussole: gli Orientamenti pastorali per il nuovo decennio e l'enciclica di Benedetto XVI, "Caritas in veritate".

Grande attenzione mediatica nella prima emergenza per i terremoti che tra gennaio e febbraio 2010 hanno distrutto Haiti e devastato il Cile. Caritas Italiana si è subito attivata. Un impegno che è proseguito accanto alle Caritas locali. Poi la pronta mobilitazione anche per le altre grandi emergenze come Pakistan e Indonesia e le alluvioni che hanno colpito l'Italia da Nord a Sud. Ma il 2010 è soprattutto l'Anno europeo di lotta alla povertà e all'esclusione sociale. Per l'occasione è stata promossa la campagna "Zero Poverty" delle Chiese europee e della rete Caritas, che si è protratta per l'intero anno, grazie a una pluralità di strumenti ed eventi messi a disposizione delle Caritas diocesane per la sensibilizzazione e l'animazione nei territori. Sempre nello stesso anno prende il via il Censimento dei servizi ecclesiali sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali. Infine gli Orientamenti pastorali dei vescovi italiani per il 2010-2020 "Educare alla vita buona del Vangelo" confermano al centro dell'azione della Caritas proprio la sfida educativa, nella prospettiva immediata del 2011, anno europeo del volontariato e anno in cui Caritas Italiana compie 40 anni.

I 40 anni di Caritas Italiana
Il 2011 è segnato da nuove emergenze.

CATASTROFI E CRISI
L'11 marzo un violentissimo sisma con conseguente tsunami colpisce l'area nord orientale del Giappone, con danni anche ad impianti nucleari. Caritas Italiana interviene a sostegno di Caritas Giappone
Intanto gli effetti della crisi si fanno sempre più evidenti nel nostro Paese. Accanto ai servizi "tradizionali", il monitoraggio permanente delle attività diocesane contro la crisi economica, promosso da Caritas Italiana, evidenzia la presenza di 806 progettualità, sorte negli ultimi tre anni, per sostenere in modo specifico le famiglie e le piccole imprese.
In estate due ulteriori grandi emergenze. Da un lato la "primavera araba", che infiamma il Medio Oriente e il Nord Africa, a seguire la siccità nel Corno d'Africa che colpisce oltre 12 milioni di persone.
Caritas Italiana sin dall'inizio dell'emergenza in Nord Africa intraprende una fitta interlocuzione a livello istituzionale, sia in riferimento alla questione sbarchi - soprattutto a Lampedusa - che al tema dell'accoglienza diffusa sui territori, grazie all'attivazione delle Caritas diocesane. Nel contempo avvia azioni a sostegno delle Caritas dei Paesi coinvolti.
Quanto all'emergenza siccità nel Corno d'Africa e nelle aree limitrofe, acuitasi a luglio e aggravata da interminabili conflitti, Caritas Italiana avvia una campagna di sensibilizzazione "Fame di pane e di futuro" e, grazie anche ad una colletta nazionale, risponde agli appelli delle Caritas di Somalia, Gibuti, Kenya, Etiopia e ad altre richieste
Tra ottobre e novembre violentissime precipitazioni colpiscono l'Italia, provocando esondazioni e colate di fango che causano vittime e danni ingenti. Colpite in modo particolare la Liguria e la Toscana, ma anche il Piemonte e poi la Sicilia, la Calabria, la Campania. Le Caritas si attivano per rispondere ai bisogni più urgenti.

UN PERCORSO IN DIECI TAPPE: MEMORIA, FEDELTÀ, PROFEZIA
Intanto da settembre a novembre il cammino di Caritas Italiana in occasione dei suoi 40 anni si articola in dieci tappe di confronto su comunicazione, funzione pedagogica, poveri e opere, politiche sociali, studi e ricerche, immigrati e Chiesa. L'obiettivo è sviluppare in prospettiva futura il ruolo della Caritas per scrivere nuove pagine di testimonianza comunitaria della carità in contesti che cambiano.
Il 24 novembre i partecipanti al 35° Convegno (Fiuggi, 21-23 novembre) per il 40° anniversario della Caritas Italiana confluiscono a S.Pietro, dove oltre 10.000 direttori, operatori/animatori delle Caritas diocesane ed ospiti dei servizi di accoglienza si ritrovano per partecipare alla S. Messa presieduta dal Card. Angelo Bagnasco nella basilica di San Pietro a Roma, seguita dall'udienza di Papa Benedetto XVI che nel Suo discorso indica prospettive e linee di azione per un cammino che continua.

Il 2012: un cammino che prosegue

Per Caritas Italiana il 2012 si è aperto all'insegna del cambio di direttore. Dopo 11 anni don Vittorio Nozza ha lasciato il posto a don Francesco Soddu, nominato dalla CEI direttore di Caritas Italiana a fine gennaio.
È stato un anno denso di sfide: la situazione sociale del Paese, il futuro dei migranti giunti dal Nord Africa, l'attenzione al mondo giovanile, il terremoto in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Ma anche, allargando lo sguardo, la crisi in Europa e le grandi emergenze internazionali (Corno d'Africa, Sahel, Nord Kivu, Terra Santa, Egitto, Nigeria,...)
Su questi fronti si è articolato l'impegno pastorale e progettuale della Caritas che ha raccolto gli spunti emersi dal percorso organizzato per il 40° e dall'udienza con il Santo Padre.
Come accennato si è dovuto far fronte ai devastanti effetti del terremoto che nel maggio 2012 ha messo a dura prova la popolazione dell'Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Anche in questa nuova emergenza la pronta mobilitazione della rete Caritas ha consentito risposte ai bisogni immediati e l'attivazione di significative esperienze di gemellaggi. Grazie alla grande risposta solidale è stato anche possibile avviare la realizzazione di 17 Centri di Comunità, per riaggregare e rafforzare il tessuto sociale.Centrale nell'impegno Caritas è stata anche l'attenzione al mondo giovanile, in particolare con una riflessione sul volontariato, sulle prospettive del servizio civile, accanto alla ribadita necessità di incentivare forme "altre" di servizio, di prossimità e di educazione alla cittadinanza e alla pace, in un contesto formativo interno alle nostre comunità, alla luce anche di quanto auspicato dagli Orientamenti pastorali (EVB n.39). Infine l'avvio dell'Anno della Fede che ha chiesto al nostro servizio grande attenzione all'inscindibile rapporto tra fede e carità, nella logica della continuità ma anche del rinnovamento. Nell'attuale clima di individualismo e soggettivismo deve essere accolto da tutti noi come invito ad osare, a scegliere, a declinare la scelta di fede nella quotidianità.

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